4Il Cittadino Illustre della coppia di registi argentini Gaston Duprat e Mariano Cohn ha piacevolmente sorpreso il recente festival veneziano, ricevendo la nomination per la miglior regia e ottenendo la Coppa Volpi per il bravo attore protagonista Oscar Martinez.

La sceneggiatura di Andrés Duprat racconta di uno scrittore, Daniél Mantovani, che si vede aggiudicare il Nobel per la letteratura. L’ambìto premio, ancorchè gradito, risulta per lui quasi spiazzante. Perché proprio a lui, unico argentino prima di altri illustri, Borges su tutti, viene assegnato un così alto riconoscimento? Proprio a lui che sceglie di vivere quasi nascosto dal mondo?

Il discorso tenuto durante la premiazione, dinanzi all’accademia e ai regnanti, è altrettanto spiazzante. Daniél sceglie di non indossare nemmeno il frac (chissà come si presenterebbe Bob Dylan), e si dimostra, in parte, disinteressato, infastidito da così tanto clamore.

Duprat e Cohn avviano un percorso narrativo che snocciola i temi stessi di una creazione letteraria, dove tutto si alterna al contrario di tutto, tra realtà e finzione. Dove lo scrittore si figura quasi come una libellula mummificata in una dimensione manipolata.

I registi utilizzano, magnificamente, un tono apparentemente dimesso che sviluppa una commedia amara da quando lo scrittore decide, contro ogni suo costume, di tornare a Salas, il paesello di origine, dal quale è fuggito trentanni prima, per mai più tornare a quel provincialismo gretto e grottesco al tempo stesso.

Decide di accettare l’invito del sindaco per essere insignito del titolo di Cittadino Illustre. Un grande onore per lui, ma soprattutto per il paese e ancora di più per il politicante attento al marketing della sua immagine.

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L’accoglienza dei paesani è comicamente spiazzante per Daniél Mantovani, sempre al centro dell’attenzione. Viene richiesto da chiunque e seguito per strada. Fotografato e ripreso. Proprio lui, avvezzo a rifiutare ogni apparizione pubblica, si trova coinvolto in un grottesco programma televisivo o in una penosa, quanto ridicola premiazione di ignobili quadri, croste meno che dilettantesche.

Ma il ritorno al paese natio motiva anche il recupero del passato sentimentale dello scrittore. Si ripresentano, con un velo di malinconia, i volti e le storie da lui stesso utilizzate nei suoi romanzi.

La breve permanenza assume toni drammatici quando l’entusiastica accoglienza iniziale si tramuta in astio ossessivo, volgare e violento.

Chi è il vero Daniel Mantovani? Un cinico romanziere o un letterato convinto del suo ruole di agitatore delle coscienze? Realtà e finzione magnificamente giocate in contrappunto.

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Il Cittadino Illustre, fresco prodotto del cinema argentino, verrà proposto dal suo Paese all’Academy per la corsa all’Oscar come Miglior Film Straniero, laddove la concorrenza sarà piacevolmente agguerrita.

D.A.

 

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