Uno scroscio d’acqua,

improvviso,

può cancellare la fuliggine

da un desiderio di pelle liscia.

Where the wild roses grew.

Non so dove vive il desiderio.

Lo inseguo alle radici del cielo.

Se vivessi la tregua con dignità

troverei la sorgente di dio,

o forse viaggerei la notte,

senza saperla la via,

per l’infinito che non sazia la sete.

In fondo a un sogno disatteso.

E questa pioggia,

che non cessa ancora.

Non mi resta che sedermi

a pensare, oppure,

semplicemente, fumare

e bere un caffè.

Ricordo la mia pipa preferita.

Con il tabacco inglese dava il meglio di sé.

Adesso non so più dov’è.

Where the wild roses grow.

Le vedo

queste poche sillabe

barbugliare nell’aria,

o giacere apatiche.

Si lasciano afferrare,

a volte,

 si perdono altre

nell’agguato

di occhi acquosi,

fors’anche disincantati.

Possono sbiadire,

dimezzate,

in una lingua ridondante,

incapace com’è di legarle

con del filo spinato,

o ferirle

sui rebbi di una forchetta.

Esausto

immergo le mie mani

in queste poche sillabe

per sciacquarmi l’anima.

Come un vecchio saltimbanco

sciacquo e strizzo

gli orli delle vecchie strade

sulla tavolozza assetata

dei miei giorni.

Imbratto di ricordi i muri.

Tra i mattoni del passato

rivedo l’ombra del pilota.

Ancora sussurra:

“il paese delle lacrime

è così misterioso,

 non ci si dorme,

chè poi scompare”.

Inquieto scivolo

nelle ore buie

di questa notte insolente.

    Cosa mai ci sarà

in fondo al silenzio

della fredda milonga,

deserta forse, e certo

senza voce di donna alcuna.

 

Ho vestito di vento un sogno.

Son rimasto a bocca aperta

tanto era bello e fiero.

Per dispetto,

oltre una nube l’ho lanciato.

L’ho ripreso e sbattuto

poi nell’onda.

Lui, stupito, è tornato a me.

Ora, nel mio sangue, riposa quieto.

 

 

Gira girasole gira

nel labirinto del tempo perduto.

Non so come sono arrivato

così lontano.

Certo è che ci sono, quì,

nel mio sudore.

Non ho più memoria.

Non c’è rifugio.

Non c’è isola o monte

che possa nascondermi

dal tempo. Lui è lì,

avanti a me di un passo.

Non fà parola alcuna.

Pure si allontana, a volte,

scabro o sornione.

Se volessi, potrei beffarlo.

Allora cambio espressione

e il mio volto muta.

Ma lui se la ride.

Scelgo, e me ne vado

a vendere le mie medaglie

in un’altra strada.

Gira girasole gira

nel caleidoscopio del tempo trovato.